Ti vedo

Due specchi appesi molto in alto.
All’interno dell’uno è stampata la cornice dell’altro e viceversa.

Ho pensato ad una relazione che escludesse tutto il resto.
Come se la stampa di un riflesso anche se finto che inserisse un preciso punto di vista potesse rendere questi due oggetti autosufficienti, troppo occupati nel loro altrove per rispondere alla vanità altrui.

Mi hanno raccontato che un giorno Tano Festa guardando una riproduzione del ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck fu preso da un pensiero molto triste, il fatto che la presenza dei coniugi in quella stanza colma di oggetti fosse solo un elemento transitorio, sarebbero inevitabilmente morti mentre gli oggetti nella camera, lo specchio, il lampadario sarebbero rimasti esattamente per come sono stati ritratti.